Il marketing sta facendo passare la BioPlastica come un prodotto “positivo” di cui farne utilizzo come le forchettine monouso, sacchetti, bottiglie
Ecco che negli impianti del riciclo dell’umido si stanno accumolando prodotti non puri che non dovrebbero essere buttati nel bidone dell’umido.
Le plastiche sono definite biodegradabili quando sono suscettibili al processo che avviene quando i microrganismi presenti nell’ambiente come alghe, batteri e funghi, riconoscono quella sostanza come cibo, dunque la consumano e la digeriscono senza bisogno di additivi artificiali.
La norma europea UNI EN 13432 stabilisce che nel normale ciclo di compostaggio queste devono disintegrarsi per il 90% dopo 3 mesi, mentre devono essere digerite dai microrganismi per il 90% entro 6 mesi.
Che siano in terra, in mare o in un corso d’acqua, i sacchetti biodegradabili (che adesso sono di uso comune) rimangono per anni nell’ambiente, proprio come quelli in polietilene.
Purtroppo i prodotti di plastica biodegradabile devono essere gettati nell’indifferenziato, nè nella plastica nè nell’umido!
Un danno ulteriore per l’ambiente, un motivo in più per smettere di acquistare prodotti di plastica sia normale che biodegradabile.